La prima vendemmia a settembre 2011 fatta con la vigna “selvatica” ci permise di realizzare un vino schietto ed intenso, che anche grazie alla siccità dell’annata superò abbondantemente i 15 gradi alcoolici (ne conserviamo ancora in cantina solo un paio di bottiglie). Il vino era di sapore così aggressivo e di colore scuro che fin da subito si pensò di chiamarlo Mamba Nero (come il noto serpente africano), in ciò aiutati da un aneddoto accaduto il giorno dell’acquisto della terra che racconteremo volentieri a chi ci verrà a trovare.
Il fascino del selvatico ci indusse a credere nel prodotto: sapevamo che molti anni prima da quei vigneti usciva un chianti classico di eccellente qualità e non volevamo essere da meno. Il sangiovese con cui veniva prodotto il Mamba Nero era però troppo aggressivo, bisognava inventarsi qualcosa per “addolcirlo”, per ottenere un vino più morbido, più rotondo, in poche parole più bevibile.
Da qui l’intuizione, l’idea e la scommessa di piantare sul nuovo vigneto il Teroldego ed il Petit Verdot, che uniti al Sangiovese avrebbero generato un vino di grande rotondità e morbidezza, la “souplesse” come dicono i francesi.
Ad aprile 2018 il nostro enologo Daniele Innocenti ci comunica che ci siamo, un altro po’ di affinamento ed il Mamba Nero poteva terminare i <> e proporsi per la prima volta come vino di qualità e non più per allietare solo la nostra tavola, ma anche quella degli altri commensali. Li vogliamo chiamare così, non con il termine freddo e commerciale di “clienti”: abbiamo finalmente il piacere di offrire il nostro vino agli altri, di condividere gli sforzi, le fatiche, le paure che abbiamo sempre avuto e che continuiamo ad avere.
Il Mamba Nero viene imbottigliato il 13 luglio 2018 ed è stato “offerto” sul mercato ad ottobre dello stesso anno. Le 4000 bottiglie prodotte sono state tutte vendute nel giro di un mese, ne è rimasta solo qualcuna per la cantina.
Il Mamba Nero è un vino che si presenta rosso rubino brillante con riflessi violacei. Evidenti sentori di viola e frutta rossa. In bocca è equilibrato, di struttura ma allo stesso tempo di piacevole beva. Trova il suo massimo dopo 5 anni dalla sua vendemmia ma il potenziale di invecchiamento supera i 15 anni.